Il venerdì pomeriggio la comunità si riunisce attorno all’altare del Signore per la celebrazione della Santa Messa, centro della vita della Chiesa, radice della vita spirituale. Il Verbo di Dio fatto carne, il “fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia di ogni cuore” (Gaudium et spes, n. 45) si dona a noi nella Parola e nel Pane di vita. Egli ci chiama a divenire una sola cosa con Lui e con il Padre (cfr. Gv 17, 22) e a far parte di questa divina unità, unendo ogni giorno la nostra esistenza al Sacrificio Eucaristico. Egli è l’alimento necessario che costruisce l’autentica comunione, la fonte da cui scaturiscono la Grazia, la gioia dell’appartenenza, il senso profondo, l’impegno di carità, l’entusiasmo per la missione.
Preghiera Comunitaria
Messa comunitaria del Venerdì
Preghiera comunitaria
Il Signore Gesù ci ha insegnato il valore della preghiera comunitaria: “In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). La storia della salvezza si realizza non solo attraverso la risposta dei singoli, ma attraverso quella di una comunità intera, comunità che prega incessantemente, intercede, ripara, invoca il Signore perché manifesti segni eloquenti della Sua presenza e del Suo amore che confortino la Chiesa e attraggano i lontani. Molti impegni di preghiera sono vissuti in spirito di piena condivisione; il venerdì, prima della Celebrazione eucaristica, la comunità si ritrova per la recita del Santo Rosario e, nel tempo di Quaresima, della Via Crucis. Una volta al mese vive assieme un’ora notturna di adorazione eucaristica. Più volte, nel corso dell’anno liturgico, nei tempi forti o quando gli eventi del mondo lo richiedono, si unisce alla preghiera di Gesù al Padre: implora unanime, per gli altri e per sé, perdono e luce, forza e coraggio, spinta dal desiderio di consolare l’Amore non amato e di collaborare, con le sue deboli forze, all’opera di salvezza.